Le origini della pesca a mosca
Non si sa esattamente dove e quando sia nata la pesca a mosca. Sembrerebbe che già nel 1600 in Inghilterra praticavano la pesca a mosca non solo per procurarsi il cibo, ma anche come sport o meglio come un arte.
Come un’arte, sì perché la pesca a mosca va oltre il catturare il semplice pesce da mangiare o da esibire. Viene data molta più importanza alla modalità in cui viene catturato.
È affascinante utilizzare degli artificiali autocostruiti che imitano alla perfezione insetti, larve, mosche, moscerini e tanto altro.
Il lago soggettivo
Lanciare la coda di topo in aria, facendo danzare una mosca che non ha peso, nel momento esatto nel punto esatto, indovinando di cosa si sta alimentando il pesce il quel preciso momento, farlo salire sulla tua mosca e convincerlo a mangiare.
Dopo che ha mangiato bisogna combatterlo recuperandolo con la coda di topo, avendo così un contatto diretto con il pesce per poi, una volta catturato, senza provare nessun danno, liberarlo.
A mio parere credo non esista tecnica più bella ed emozionante.
Si trova soddisfazione in ogni singola cattura, indipendentemente dalla taglia.
Nella pesca a mosca spesso, quasi sempre, viene praticato il no kill: il pescato viene sempre rilasciato qualsiasi sia la taglia del pesce.
Gli insetti
Per essere un pescatore a mosca completo, non basta saper lanciare la coda di topo o saper costruire le mosche.
Bisogna imparare ad essere grandi osservatori dei luoghi dove si pesca, conoscere stadi, tipologia e stagione degli insetti che popolano la zona.
La cattura casuale nella pesca a mosca è cosa rara, quando si allama un pesce è perché si è fatto tutto nel modo giusto.
Le principali esche per la pesca a mosca
Le tipologie di esche principali sono essenzialmente 3:
Ninfa: vengono utilizzate imitazioni di larve, insetti, gamberi e altri esseri viventi che vivono sotto il pelo dell’acqua. Le esche vengono realizzate con un leggero peso, con filo piombato o con testine in ottone o tungsteno.
Mosca secca: da molti considerata la vera essenza della pesca a mosca, dove vengono utilizzate mosche che imitano moscerini, insetti, formiche o altri “terrestrial” che si appoggiano sul pelo dell’acqua. Le mosche secche sono appunto mosche che rimangono a galla, è la tecnica più affascinante perché si vede il pesce salire dalle profondità per mangiare la mosca fino alla così tanto attesa bollata.
Streamer: in questa tecnica vengono lanciate mosche che imitano pesci di foraggio, gamberi, rane, topi e qualsiasi altra cosa vi possa passare per la testa.
È forse la tecnica che si avvicina di più allo spinning, dà la possibilità di insediare praticamente tutti i predatori esistenti e non solo trote, si va dai persici al siluro.
Puoi approfondire la spiegazione sulle esche in questo dettagliato articolo.