Mr Perch, la guida di pesca per ogni location!
Mr Perch, esperto di pesca a mosca e spinning, nonchè guida di pesca professionale Aigupp. Se cercate una persona di riferimento per le vostre pescate all’estero lui è sicuramente la persona giusta
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Facebook: www.facebook.com/Mr.perch.italia
Aigupp: aigupp.it/it/guide-di-pesca/riccardo-camponovo-2354
Chi è Mr Perch e come è nata l’idea di fare la guida di pesca?
Mr Perch è un pescatore milanese, cresciuto dal punto di vista alieutico tra Liguria e Valtellina. Ho ereditato la passione dal nonno, che negli anni è stato anche pescatore professionista nel ponente ligure.
Il nome mi è stato dato dal gestore di uno storico lodge in Svezia, proprio a seguito della cattura di persico di dimensioni esagerate.
L’idea di fare la guida è nata perché mi è sempre piaciuto aiutare i pescatori meno esperti o che si approcciano a questo mondo per le prime volte: spiegare come affrontare un predatore nello spot in cui abitualmente si muove e vedere un pescatore raggiungere il suo obiettivo è per me motivo di grande soddisfazione.
Di dove sei e dove peschi principalmente? Resti nella tua zona o ti sposti spesso?
Vivo a Milano, e non avendo acque “pregiate” per le specie che insidio sono obbligato a spostarmi. Le zone che conosco meglio sono la Valtellina, per il freshwater, e la Liguria o il sud della Francia per la pesca in mare.
Negli ultimi anni ho iniziato a viaggiare molto, e per alcune di queste mete ho sviluppato un amore particolare, come ad esempio l’Islanda, l’Irlanda e le canarie, soprattutto Lanzarote.
A quale specie sei più interessato e perché? Qualche dritta su come pescarlo?
Potrei dirti che al momento, anche a seguito del mio ultimo viaggio, il pesce a cui sono più interessato al momento è il serra di taglia pescato da riva.
È un predatore particolare, difficile da ingannare se si parla di veri big, ma che può essere pescato con varie tipologie di artificiale, dal top water allo shore jigging. Ed è proprio lo shore la tecnica con cui amo combatterlo, a parer mio il metodo più bello con cui affrontare i grossi pelagici.
Un consiglio? Frizione quasi chiusa e di conseguenza nodi fatti bene, non lasciategli mai dirigere il combattimento. Non abbiate paura di esagerare con libbraggi e dimensioni dell’artificiale, quando attacca non si fa problemi!
Pesce che è stato più difficile ingannare e che ti ha richiesto magari più uscite?
Probabilmente la trota di taglia a streamer è stata la cattura più sudata, soprattutto perché sono pesci molto legati alle condizioni dell’acqua ed agli orari. La più grossa fatta tra le mie montagne era 75cm(mai pubblicata) e per catturarla ho fatto svariate albe consecutive sul fiume: considerando che lo spot è a circa 1.20h da casa mia e alle 5 volevo essere in pesca, posso tranquillamente definirla la cattura più impegnativa.
La cattura che ti è rimasta più nel cuore?
È difficile per me indicarne una in particolare, probabilmente la trota più grossa che sono riuscito a catturare in Italia è quella di cui vado più fiero. Per la tecnica utilizzata, per lo spot e anche per la persona con cui stavo pescando, l’amico che mi ha aiutato molto nel conoscere il fantastico mondo della pesca a mosca.
Pesce che ti piace di più pescare abitualmente?
Non individuerei un pesce specifico, ma diverse specie che appartengono ai “pelagici costieri”: hanno una potenza e una violenza che i pesci d’acqua dolce non possono neanche immaginare, per cui andare alla ricerca del dentice, della ricciola, della palamita o del serra dalla scogliera rimane una delle mie pesche preferite.
C’è un posto in Italia dove hai pescato che potrebbe essere tranquillamente invidiato all’estero?
Assolutamente sì, mi vengono in mente tanti spot sul fiume Brembo o sugli altipiani valtellinesi belli da togliere il fiato, che basterebbe tutelare e valorizzare per far sì che diventino mete di viaggi di pesca rinomate come Canada o Islanda.
Fortunatamente esistono anche piccole realtà illuminate che stanno cercando di segnare la strada per il futuro, come ad esempio l’Associazione Pescatori Dilettanti Val di Fiemme. Questa realtà da alcuni anni porta avanti progetti di tutela per la marmorata, specie endemica presente esclusivamente nell’arco alpino.
Il posto più bello in cui hai pescato in italia o all’estero?
Solo per affezione indico l’Islanda, è un paese incredibile e unico al mondo. Tra tutti i viaggi che ho fatto è quello in cui il paesaggio mi ha impressionato di più: prati verdissimi, ghiaccio e lava convivono praticamente negli stessi luoghi. Consiglio a tutti questo viaggio sia per pescare, sia per visitare questa terra stupenda.
Preferisci pescare al mare o acque dolci e perché?
Il mare è il mio ambiente preferito, nonostante io sia un abitante di città, perché gli avversari che puoi incontrare al di là della lenza non hanno nulla a che vedere con quelli che si possono trovare in freshwater. Inoltre, riconosco nella pesca in mare una difficoltà maggiore per il semplice fatto che i predatori di cui parlavo prima non hanno una vera e propria “tana”, ma ben che vada delle aree di movimento date dalla conformazione del fondale o dalla presenza di foraggio, cosa completamente imprevedibile. Quindi la pesca inshore richiede una concentrazione e una determinazione molto alte e prolungate nel tempo.
Tra spinning e mosca cosa preferisci e perché?
Sono cresciuto con lo spinning, quindi rimarrà sempre nel mio cuore, ma la pesca a mosca ha quel qualcosa in più che la rende speciale, soprattutto la pesca a streamer. Sentire la mangiata di un predatore è tutta un’altra cosa rispetto allo spinning, hai una connessione con il pesce totalmente differente.
Probabilmente perché il recupero viene fatto a mano e non attraverso il mulinello, questo connette l’artificiale al pescatore in maniera totalmente differente.
Dato che sei anche un pescatore a mosca, cosa preferisci tra secca, ninfa e streamer e perché?
Ribadisco il mio amore per lo streamer, soprattutto vista la dimensione delle prede insidiabili e la possibilità di praticarlo anche in saltwater.
Andare alla ricerca del luccio, del salmonide o di un predatore di acqua salata a streamer è qualcosa di incredibile.
Trovi che in qualche modo la pesca a mosca sia limitante rispetto allo spinning? Come per esempio sulla ricerca del Big o altro?
Assolutamente no, molto spesso i big sono meno smaliziati, perché decisamente meno pescatori li affrontano così, quindi il numero di volte in cui possono imbattersi in questo tipo di artificiale è molto più basso.
L’unica cosa su cui è limitante molto spesso è proprio la pescabilità di uno spot, mi spiego meglio: se bisogna pescare a 70 metri da riva oppure in situazioni di vento molto forte è impossibile farlo a mosca, in questi casi lo spinning è l’unica soluzione. Per tutte le situazioni “normali” ho sempre trovato la mosca più catturante.
Ti poni degli obiettivi nell’ambito della pesca e se sì qual è il prossimo che ti sei posto?
Assolutamente sì, solitamente mi pongo obiettivi graduali: come prima cosa cerco di catturare una nuova specie, poi la cerco di taglia interessante e infine punto a pescarla con una tecnica specifica, ad esempio mosca o shorejigging. I miei prossimi target sono la trota over 85 con qualsiasi tecnica e il luccio over 110 a mosca.
A breve farò un viaggio ai tropici, non svelo ancora la meta, ma avrò svariati obiettivi da raggiungere, GT su tutti.
Se invece parliamo di luoghi sicuramente nella mia mente ci sono le flat tropicali in cui cercare permit e bonefish a vista.
Hai un pescatore di riferimento?
Non ho un singolo pescatore di riferimento, ci sono tanti personaggi da cui cerco di imparare, sia nel mondo della pesca a mosca che in quello dello spinning. Un pescatore, o forse in questo caso sarebbe meglio dire un gruppo di persone, che seguo attentamente sono sicuramente i ragazzi di flyfishingnations, pescano in posti incredibili creando contenuti veramente pazzeschi.
Nel panorama italiano ci sono molti pescatori bravi da cui imparare, per esempio Pacchiarini, Piller e Fanten, anche se probabilmente le persone che hanno più da insegnare non sono particolarmente conosciute!
Progetti per il futuro? Qualche idea particolare che vuoi portare avanti?
Quello che vorrei perseguire nel mio futuro è quello che in parte ho già iniziato, cioè portare persone a pescare all’estero. Essendoci posti difficili da affrontare, soprattutto per chi non viaggia molto, so che il mio aiuto e la mia esperienza possono essere un valore aggiunto.
L’Italia è un paese stupendo, ma consiglio a tutti di viaggiare per fare esperienze nuove che possono aiutare anche nei nostri mari e fiumi.
Tutte le persone che hanno deciso di seguirmi nelle mie avventure sono tornate entusiaste!
Quali consigli dareste a chi approccia oggi alla pesca?
Io do sempre un unico consiglio: prima studiate e successivamente mettete in pratica. Nella pesca, come in qualsiasi altro sport contano l’allenamento e l’impegno. Faccio degli esempi pratici: nodi, settaggi, studio dello spot, casistica delle catture, tipologie di code e costruzione artificiali se si parla di pesca a mosca.
Sperimentate! Non fermatevi alla prima cosa che vi insegnano, c’è sempre qualcosa di nuovo e utile da conoscere che vi potrà far raggiungere i vostri obiettivi.